100 anni dall`esodo in Boemia e Moravia

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100 anni dall`esodo in Boemia e Moravia
designbartoli
PROGRAMMA
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015
ore 17.00 Inaugurazione della mostra “ Boemia mia “ presso la sede dell’Istituto
Italiano di Cultura, Vlašská 34, Praha 1, accompagnata dal gruppo musicale
Böhmische Judicarien e dal quintetto dell’orchestra della Guardia del castello di
Praga e della Polizia della Repubblica Ceca
Vin d’honneur con Vini Trentini
SABATO 23 MAGGIO 2015
ore 9.30
ore 11.45
ore 15.30
ore 17.45
ore 18.30
Cerimonia nel cimitero di Doksy sulla tomba dei Ledrensi
Rakovnik: cerimonia nel cimitero del paese di Panoší Újezd sulla tomba dei Ledrensi
Cerimonia nel cimitero di Buštěhrad sulla tomba dei Ledrensi
Cerimonia nel cimitero di Chyňava sulla tomba dei Ledrensi
Concerto del gruppo musicale Böhmische Judicarien al teatro di Chyňava
ASSOCIAZIONE
DEGLI AMICI DI LEDRO
Istituto italiano di cultura Praga
Italský Kulturní Institut v Praze
1915 - 2015
100 anni dall’esodo
in Boemia e Moravia
100 let od exodu ledrenských uprchlíků do Čech a na Moravu
viaggio commemorativo nel centenario della partenza dei profughi Ledrensi
Památeční cesta ke stému výročí exodu ledrenských uprchlíků
Praha – Nový Knín – Doksy – Rakovník –Buštěhrad
Chyňava – Příbram – Svatá Hora
DOMENICA 24 MAGGIO 2015
ore 9.00 ore 11.00 ore 15.00 S. Messa al Santuario di Svatá Hora ( Příbram ) a ricordo dei Trentini morti in
Boemia durante l’esodo in Boemia e Moravia.
A seguire commemorazione presso il monumento dei Ledrensi con posa di una targa
a ricordo del centenario della partenza e deposizione della corona di fiori.
Nel giardino del Santuario: concerto del gruppo musicale Böhmische Judicarien
Cerimonia al cimitero di Nový Knín sulla tomba dei Ledrensi .
PÁTEK 22. KVĚTNA 2015
17.00 Zahájení výstavy „Bohemia mia“ v Italském kulturním institutu, Vlašská 34, Praha 1
Koncert hudební slupiny Böhmische Judicarien a kvinteta Hudby Hradní stráže a Policie České republiky
Přípitek tridentskými víny
SOBOTA 23. KVĚTNA 2015
9.30 11.45 15.30 17.45 18.30 Pietní akt na hřbitově v Doksech u hrobu Ledrenských
Rakovník: pietní akt na hřbitově obce Panoší Újezd u hrobu Ledrenských
Pietní akt na hřbitově v Buštěhradě u hrobu Ledrenských
Pietní akt v Chyňavě u hrobu Ledrenských
Koncert hudební skupiny Böhmische Judicarien v divadle v Chyňavě
NEDĚLE 24. KVĚTNA 2015
9.00 11.00 15.00 22.05.2015 - 25.05.2015
Mše svatá na Svaté Hoře v Příbrami jako vzpomínka na Ledrenské a Tridentské, kteří zemřeli v Čechách během exodu do Čech a na Moravu, následně vzpomínka a položení věnce k památníku Ledrenských, zemřelých v Čechách
Naměstí před svatostánkem: koncert hudební skupiny Böhmische Judicarien
Pietní akt na hřbitově v Novém Kníně u hrobu Ledrenských – návštěva
muzea v Novém Kníně
Comune di Ledro
Ambasciata d’Italia a Praga
Regione Autonoma
Trentino Alto Adige-SȕdTirol
Boemia
E’ raro che nella storia di due popoli, in questo caso quello
della Valle di Ledro e della Boemia, una parola diventi nel
tempo così carica di significati da assumere alla fine il valore
di un concetto, passando dal particolare all’universale,
allegoria che in questi casi non è solo figura retorica ma
vicenda concreta, storia .
La Boemia per chi l’ha vissuta, per chi l’ha sfiorata, per
chi l’ha solo sentita raccontare ( e oggi sono i più ), non
è soltanto una regione dell’ex-impero austroungarico, oggi
Repubblica Ceca. La ‘ Boemia ‘ è diventata negli anni
sinonimo di un evento tanto più doloroso e devastante
quanto era stato improvviso, imprevisto, incondizionato.
E’ difficile oggi comprendere, anche perché per anni
volutamente nascosto e dimenticato dalla storiografia
nazionale, cosa abbia rappresentato in quel maggio del
1915 l’esodo forzato di migliaia di persone che nel giro di
pochissime ore ( e non è un modo di dire ) hanno dovuto
lasciare quanto avevano faticosamente costruito, protetto e
amato nel corso della loro storia.
Un esodo forzato che trova ben pochi riscontri nella storia
d’Europa ha coinvolto oltretutto una popolazione che, nella
stragrande maggioranza, non aveva neppure mai varcato i
confini della valle d’improvviso si trovava caricata su carri,
camion, treni, per giorni e giorni, con destinazione ignota.
E’ in questo contesto - che non è esagerato definire
apocalittico - che la nuova terra in cui si ritrovano la
maggior parte dei Ledrensi al termine di quella odissea
– la Boemia , appunto - diventa a poco a poco l’ultima
tappa del viaggio, ma anche il luogo dove alimentare la
speranza del ritorno, dove crescere i figli, attendere i mariti
dal fronte, mantenere e coltivare nel limite del possibile
le proprie tradizioni e la propria cultura, comunicando e
condividendo tutto questo con quei pochi rimasti ancora
in Valle, con quelli che avevano scelto per tempo la via
dell’espatrio , con chi era stato destinato ad altre regioni.
“Boemia“ era l’esilio tout court, e negli anni seguiti al ritorno
in Valle esser stato in Boemia anzi, “ Aver fatto la Boemia“,
esprimeva giorno dopo giorno il concetto intero dell’esodo,
indipendentemente dal fatto che chi lo esprimeva fosse stato
davvero in Boemia e non a Mitterndorf, a St. Pölten, in
Moravia o in altre zone dell’impero.
Tale era la forza evocativa di quella parola che non
necessitava di alcuna aggiunta e chiarimento ed anzi, più
si allontava negli anni la vicenda reale, più nel ricordo dei
sopravvissuti acquistava forza e contenuto .
Perché se da un lato l’esodo fu dramma, dolore, in molti
casi anche morte, o per dirla con lo storico Paolo Malni
“storia dei vinti“, dall’altro divenne anche una straordinaria
storia di solidarietà, d’intraprendenza, di integrazione, che
permise ancora una volta ai Ledrensi di conquistarsi il
rispetto e l’ammirazione delle popolazioni locali che dopo
la diffidenza ed il rifiuto iniziali a malincuore salutarono,
dopo quasi quattro anni di convivenza, la partenza degli
esuli al momento del ritorno in Italia, avendo altresì
costruito e stretto rapporti che sarebbero durati fino ai
nostri giorni.
w w w . v a l l e d i l e d r o . c o m
I NUMERI DELL’ESODO
POČTY OBYVATEL VYSTĚHOVANÝCH Z LEDRENSKÉHO ÚDOLÍ
Rispetto e ammirazione che furono soprattutto per le
donne, le meravigliose donne Ledrensi che portarono
avanti pressoché da sole intere famiglie mentre padri,
fratelli e mariti vestivano l’uniforme dei Kaiserjäger e
dei Kaiserschützen sui Carpazi, in Galizia sul fronte
dolomitico.
Non è casuale che la copiosa corrispondenza seguita agli
anni dell’esodo tra la Valle e la Boemia sia stata soprattutto
corrispondenza tra donne, spesso accomunate dal crudele
destino della perdita di un figlio, di un marito, di un
fidanzato, di un padre nella terribile carneficina durata
più di quattro anni, ma soprattutto legate da quel filo
invisibile, ma non per questo meno solido che univa donne
che avevano lottato giorno dopo giorno, mese dopo mese,
anno dopo anno, per conquistare o condividere un pezzo di
stoffa, un pugno di farina, una coperta .
“ Aver fatto la Boemia “ diventava dunque allegoria per
un periodo davvero straordinario della Valle, segno della
capacità di superare una prova di quella portata con l’unica
risorsa del proprio coraggio, della propria integrità e del
proprio lavoro.
Un coraggio, un’integrità, un’intraprendenza che vengono
prepotentemente alla luce nei diari e nei racconti dei
protagonisti, evocatori di valori che ancor oggi fanno parte,
devono fare parte, di una Comunità.
Di tutto questo insieme di ricordi, sensazioni, valori la
parola ‘ Boemia ‘ è sicuramente la sintesi più vera e felice,
frutto di quella spontaneità popolare che spesso sa sostituirsi
egregiamente al complesso e talvolta oscuro linguaggio
accademico.
Ecco soprattutto perché l’esodo, “ la Boemia “, sono un
patrimonio della Valle di Ledro che nessuno può permettersi
di dimenticare.
Con le cerimonie del giugno del 2008 in Valle di Ledro e del
2009 in Boemia, gli Amministratori dei Comuni Ledrensi
e Boemi, apponendo le loro firme sul patto di gemellaggio
tra i sei Comuni della Valle di Ledro, ora unificati nel
Comune di Ledro e gli otto Comuni Boemi di Buštěhrad,
Chyňava, Doksy, Milín, Nový Knín, Příbram, Ptice, Všeň,
sono andati a ufficializzare con una grande partecipazione
popolare, l’incontro che è avvenuto nel corso della prima
guerra mondiale tra la gente di Ledro e di Boemia.
E’ stata l’occasione per ricordare, grazie alle lapidi poste
nei cimiteri Boemi e al monumento a Svatá Hora, gli oltre
400 Ledrensi che riposano nei cimiteri della Boemia.
In Boemia i Ledrensi hanno ritrovato tanti amici come
cento anni fa e l’amicizia è la migliore garanzia per credere
nel futuro dell’Europa dei popoli e della gente.
• esuli ospitati in Boemia e Moravia
• vystěhovalci, kteří žili v Čechách
n. 3335
• esuli ospitati in Austria
• vystěhovalci, kteří žili v Rakousku n. 624
• esuli morti in esilio
• vystěhovalci, kteří zemřeli v exilu n. 405
• nati in esilio
• narození v exilu
n. 107
• soldati morti o dispersi al fronte
• vojáci, kteří zemřeli nebo zmizeli beze stopy na frontĕ
n. 103
Čechy
Málokdy se v dějinách dvou národů stane něco takového:
V mysli Italů – obyvatel údolí Ledro – se Čechy staly
konkrétním prožitkem a nesmazatelnou vzpomínkou.
Čechy, kdysi jedna ze zemí bývalého rakousko-uherského
mocnářství, jsou synonymem bolestné, ničivé události.
Dnes je těžké to pochopit – také proto, že po celá léta národní
dějepisectví tuto skutečnost záměrně tajilo a opomíjelo – co
v květnu 1915 znamenal nucený odchod tisíců lidí. Během
několika málo hodin (to není jen pouhý slovní obrat) museli
opustit vše, co si za celý život pracně vybudovali, udržovali
a měli rádi.
Nucený odchod, o němž jsou v dějinách Evropy jen vzácné
zmínky, zasáhl obyvatelstvo, jehož naprostá většina
doposud nikdy neopustila údolí a nyní zčistajasna musela
nastoupit do nákladních vozů, vlaků, žebřiňáků a strávit
tam celé dny na cestě za neznámým cílem.
Na konci této apokalyptické pouti se lederští vystěhovalci
ocitli v nové zemi – ano, právě v Čechách. Čechy se stanou
konečnou zastávkou, ale také místem, kde se sní o návratu,
kde vyrůstají děti, kde se čeká na návrat manželů z fronty,
kde se pěstují v rámci možností vlastní tradice a kultura,
odkud odcházejí dopisy, jejichž prostřednictvím se veškeré
události sdílí s hrstkou spoluobčanů, kteří dosud zůstali
v údolí. S těmi, kteří na čas zvolili cestu dobrovolného
vyhnanství a odjeli do ciziny, i s těmi, kteří byli odsouzeni k
vyhnanství v jiných částech monarchie.
„Čechy“ byly„ exilem „tout court“ a v letech po návratu do
údolí výraz „být v Čechách“ nebo ještě lépe „prodělat Čechy“
vyjadřoval vyhnanství, nezávisle na tom, zda ten, kdo onen
výraz použil, byl skutečně v Čechách nebo v Mittendorfu,
St. Pöltenu, na Moravě, popř. v jiné oblasti monarchie.
Vyslovení tohoto slova vyvolávalo tak silný prožitek, že
nebylo nutné vůbec nic dodávat, nic vysvětlovat.
Vysídlení však nepředstavovalo pouze drama, bolest a často
i smrt nebo – řekneme-li to slovy historika Paola Malniho –
„dějiny poražených“. Stalo se na straně druhé mimořádným
příběhem solidarity, podnikavosti a integrace. Ta umožnila
ledrenským získat si úctu a obdiv místního obyvatelstva. Po
počáteční nedůvěře a odporu vyprovázeli Češi po čtyřech
letech společného soužití vysídlence při jejich odjezdu zpět
do Itálie s velkou lítostí. Vznikla přatelství a vztahy, které
přetrvaly až do dnešních dnů.
Úcta a obdiv patří především ledrenským ženám, které se
většinou samy staraly o celé rodiny, zatímco otcové, bratři
a manželé oblékali uniformu císařských Kaiserjägrů a
Kaiserschützenů v Karpatech, v Haliči a na italské frontě
v Dolomitech.
Není náhodou, že čilá korespondence mezi údolím a
Čechami v letech následujících po vyhnanství, byla
především korespondencí mezi ženami, často spřízněnými
stejně krutým osudem, který je během války připravil o
syny, manžely, snoubence, otce. Tyto ženy byly ale spojené
válečnými roky, kdy se v českém zázemí společně snažily
získat kousek látky, dělily se o hrst mouky, o jednu deku.
„Prodělat Čechy“ znamenalo překonat těžkou zkoušku
pouze vlastní odvahou, počestností a prací.
Právě odvaha, počestnost a podnikavost se ukazují v
dopisech, denících a ve vyprávění někdejších vysídlenců.
Vyhnanství a „Čechy” se staly dědictvím ledrenského údolí,
na které si nikdo nemůže dovolit zapomenout.
Během slavnostních obřadů v roce 2008 v ledrenském údolí
a v roce 2009 v Čechách podepsali zástupci ledrenských a
českých obcí smlouvu o přátelství mezi šesti ledrenskými
obcemi, nyní sjednocenými pod společnou radnici, a osmi
českými obcemi a městy. Na české straně to byly: Buštěhrad,
Chyňava, Doksy, Milín, Nový Knín, Příbram, Ptice a Všeň.
Za vysoké účasti obyvatelstva tímto aktem zpečetili setkání,
ke kterému došlo v průběhu první světové války mezi
českým a ledrenským lidem.
Umístění pamětních desek na českých hřbitovech a odhalení
památníku na Svaté Hoře se staly příležitostí vzpomenout
na více než 400 ledrenských obyvatel, kteří našli na českých
hřbitovech místo posledního odpočinku.
V Čechách potkali Ledrenští opět mnoho přátel – tak jako
tomu bylo před sto lety. Přátelství je tou nejlepší zárukou
víry v budoucnost národů Evropy a Evropanů.

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